(Gazzetta di Campo Tizzoro Ago 06)
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A volte abbiamo
la voglia di prendere il
telefono e chiamarti
per parlare di quali e
quanti amici abbiamo
incontrato lungo la strada
del vivere, oppure di
controbattere la tua
ostinazione nell’andare
avanti e comunque verso
una lettura epica della
nostra musica popolare.
Ti ascoltavamo quando
argomentavi la difesa a
spada tratta delle
tradizioni e del “tu sentissi
come interpreta quelle
ottave la Luisa del
Vizzero”.
Non era facile farti
accettare che ci volesse
un pò di tempo per
amalgamare un nuovo gruppo.
II tuo entusiasmo
bruciava le tappe e la
partenza del nuovo
cammino del Collettivo,
a trent’anni dalla sua
fondazione, l’avresti
voluta al livello di altri
gruppi di professionisti
della musica e c’è voluto
del bello e del buono per
convincerti che noi
eravamo più artigiani che
cesellatori.
Adesso, dopo diversi anni
di esperienza e di tante
peripezie, il Gruppo c’è;
forse un pò eterogeneo e
a volte un pò strampalato,
ma con gran cuore e
passione.
Spesso ci viene in mente
una frase che tu dicevi
per incoraggiarci e che
per noi andava sopra tutte le altre
“… si può fare, la cosa
importante e’ che adesso
siete amici”….eh già,
amici, in questi anni
abbiamo incontrato tanti
amici e tante situazioni
anche difficili, ma quello
che più conta e stata la
lezione che ci hai dato.
Ognuno di noi sente
propria l’importanza
dell’amicizia e dello stare
insieme. In fondo il fatto
di suonare è anche un
pretesto per miscelare
insieme vite ed
esperienze di vario
genere.
Infatti, a distanza di
tempo, anche se
qualcuno di noi, per varie
esigenze, non partecipa
più attivamente al
gruppo,il rapporto umano
rimane ben saldo e pieno
di calore, così per aver
sempre presente
“l’entusiasmo”, che
faceva parte di te, lo
abbiamo scritto sui nostri
berretti.
Quest’estate lo si vedrà
in tante situazioni di festa:
dalla Montagna Pistoiese,
alle colline senesi, al
centro delle città toscane
e perfino in televisione.
Basta rimanere in ascolto
sulle frequenze del “vento
musicale”, quel vento che
sicuramente arriva anche
a te, Sergio… lassù.
Il Collettivo